Miopia, perché proprio a me?

Miopia perché proprio a me
Fabio

La miopia è un difetto visivo temuto, per se stessi e, se siamo genitori, una volta che abbiamo dei figli. Nel caso poi che ne siamo toccati direttamente, il senso di impotenza è crescente, e spesso mi trovo di fronte alla domanda chiave: “Miopia, perché proprio a me?”.

Faccio questo mestiere da prima di avere barba e capelli bianchi e, a differenza di 30 anni fa, sul peggioramento miopico abbiamo molto da dire. Una premessa è doverosa, le miopie non sono tutte uguali e per questo motivo faremo un distinguo in seguito. Per ora voglio analizzare alcuni punti fondamentali non sempre considerati da parte degli operatori e dei genitori.

 

Caratteristiche della visione

La visione è un insieme complesso di capacità:

  • Convergenza degli occhi verso il naso per fissare il testo o il lavoro da eseguire
  • Accomodazione (cambio di messa a fuoco tra vicino e lontano, interviene il muscolo cigliare che facendo gonfiare il cristallino consente la messa a fuoco) tanto più sollecitata quanto più vicino si va a leggere o a usare il cellulare

 

Tutte queste abilità sono integrate in altre capacità intrinseche, ma non sempre efficienti come dovrebbero essere, come il movimento saccadico: fissazione e rientro sono abilità motricistiche che, quando sono disorganizzate, complicano la lettura e la comprensione del testo; si sommano poi la capacità di riconoscere lo spazio  in maniera corretta: ogni errore di valutazione spaziale si paga con aumento di fatica. Anche la capacità fusionale dei due occhi in un’unica visione priva di errori è motivo di fatica in molti soggetti.

 

La responsabilità del…senso di responsabilità

Una delle più importanti variabili che causa il peggioramento miopico è l’attenzione. Molte volte i bambini si concentrano al massimo per non deludere i genitori o gli insegnanti e a volte per non deludere se stessi; spesso la chiave della miopia sta proprio lì, nella sovra-tensione del “dover fare bene”, situazione che si ripresenta al lavoro specialmente durante i primi anni: portando all’esasperazione l’attenzione per non sbagliare, ne consegue che spesso la distanza di lettura si accorci, e da qui nasce, prima o poi, il cedimento del sistema visivo alla miopia, intesa come una valvola di sfogo.

 

Da miopi si fatica meno a leggere e fissare, non si deventa più efficienti ma la minor fatica indotta dalla maggiore potenza di messa a fuoco è di grande utilità.

Ed ecco che, una volta aperta la porta della miopizzazione, la partita è cominciata, e ogni volta che ci sarà stress visivo il sistema di sfogo aprirà la valvola fino ad arrivare un’altra volta a dire “è peggiorata/o” e la miopia e il ciclo riparte da zero.

 

Quindi, cosa fare?

Nel prossimo articolo parleremo delle possibili armi per difenderci dal peggioramento miopico, ma prima di concludere ecco un breviario della differenza tra decimi e diottrie.

  • Gradi o Diottrie? Il termine corretto è Diottria, l’unità di misura con cui si calcola la potenza della lente che viene anteposta all’occhio correggendo l’errore di rifrazione. Pertanto la diottria non misura la capacità di vedere del soggetto, ma la potenza della lente che permette al soggetto di vedere al meglio delle proprie abilità
  • 10/10 (dieci/decimi) vuol dire vedere benissimo! Sbagliato. La capacità visiva umana va oltre ai 10/10. Il tema è complesso, ma basterà sapere che possiamo vedere oltre i 20/10, e la misura di 10/10 è una convenzione per stabilire un minimo di visione necessaria a considerare il soggetto normovedente.
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